ACCADDE OGGI IN VALLASSINA 22 GENNAIO 1697
(copyright Paolo Ceruti)
Viene riconosciuto dal Consiglio Imperiale Aulico di Vienna il diritto feudale dell’abate sulla Contea di Civenna e Limonta al termine di una lunghissima causa intentata, nel 1692, dai comunisti delle due comunità e affidata per la parte al “Capo Popolo” Pompeo Vidario. Nel corso del contenzioso si verificano due omicidi. Nel luglio del 1695, a seguito di scontri tra opposte fazioni, è assassinato Gian Battista Vidario, fratello di Pompeo “…. Ritrovandosi il Vidario in una sua casa sopra d’una loggia ……gli è stato alle tre ore della notte tirata un’archibugiata al chiaro della luna e si suppone dalla strada pubblica. È restato ferito con cinque palle una nello stomaco e le altre nel braccio sinistro, dalle quali ferito cadde subito morto ….”. Il 15 agosto un omicidio “di coltello” è compiuto tra Civenna e Magreglio, ma non viene chiarito se collegato o meno a quello del Vidario. Tutto questo tra scontri di competenze tra Ducato e abate. Un ricorso presentato dal Vidario non ha successo e l’abate fa aprire un processo contro il “Capo Popolo” per tentata sollevazione che si conclude con una condanna a morte in contumacia, la confisca dei beni (per 10.215 lire) ed il bando perpetuo. Il bando è pubblicato in una Grida del 26 maggio del 1699 dando facoltà a chiunque abbia obbligo di catturare e ammazzare il Vidario. Questi non sarà mai catturato e dopo la sua morte, la vedova potrà recuperare parte dei beni. Da questi avvenimenti è stato tratto un libro di Paolo Ceruti.
(Archibugieri della fine del XVII secolo)